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L'ASSASSINIO DI TROTSKY
(THE ASSASSINATION OF TROTSKY)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 20 novembre 1974
 
di Joseph Losey, con Richard Burton, Alain Delon, Romy Schneider, Valentina Cortese, Luigi Vannucchi, Giorgio Albertazzi (Gran Bretagna, 1972)
 
L'ultimo film di Losey, CASA DI BAMBOLE e questo, il precedente, sembrano denotare un momento di incertezza nell'ispirazione di un regista che ci ha dato alcuni grandi momenti del cinema del dopoguerra THE CRIMINAL , IL SERVO, ACCIDENT, IL MESSAGGERO. Qui, questa valanga di grandi attori ( migliori dei quali, curiosamente, si direbbero le donne, che svolgono un ruolo comprimario: Valentina Cortese, la moglie di Trotsky, e Romy Schneider, la ragazza dell'assasino) parrebbero sottolineare il carattere di commanda dell'opera, alla quale pero' è strano si sia piegato un regista della fama di Losey. Non solo: ma l'operatore, che è il celebre ma fuori posto De Santis, il musicista che è italiano, gli attori che sono particolarmente cosmopoliti, tutto concorre a denunciare sgradevolmente il carattere della coproduzione anonima.

Losey non ha voluto, evidentemente, filmare il personaggio Trotsky, o portarne un giudizio. Impresa che lo avrebbe schiacciato. Si è limitato ad una cronaca, minuziosa, esatta, autentica degli ultimi momenti della vita del grande rivoluzionario. Malgrado quanto sopra, ed il fatto che gli attori sembrano tradirlo assai, ci sono nel film alcuni notevoli momenti di cinema. Si pensi alla corrida vista in chiave simbolica, un pezzo agghiacciante da antologia, ed alcuni momenti del rapporto Delon-Schneider (la breve ma splendida intuizione di Losey quanto riprende la donna rovesciata sul letto, abbandonata nella sua insoddisfazione, dopo che Delon si è rialzato in preda ai suoi incubi), alla ricostruzione della piccola fortezza di Trotsky, alla claustrofobia che ricorda quella della prigione di THE CRIMINAL, al fascino del piccolo prato verde che s'intravvede dalla finestra e che ricorda certe atmosfere vibranti di ACCIDENT.

Ma sono scampoli di un grande talento cinematografico, alle prese con faccende che per troppe ragioni gli sfuggono.


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